Patologie della mano
Morbo di Dupuytren
Il morbo di Dupuytren è caratterizzato da una retrazione progressiva dell’aponeurosi palmare che può determinare l’impossibilità di estendere le dita. Si accompagna a nodulosità palpabile nel palmo della mano.
Non è un’affezione dolorosa e spesso viene sottovalutata dai pazienti o non diagnosticata dai medici. Ritardando l’intervento chirurgico, la risposta del paziente al trattamento peggiora e le possibilità di successo diminuiscono. Infatti nel primo e secondo grado della malattia, quando cioè le dita non sono flesse oltre gli 80°-90° e la cute è ancora integra, le aspettative di successo con il trattamento chirurgico sono migliori.
Attendendo, la malattia spesso evolve in senso peggiorativo e determina una maggiore difficoltà nella soluzione chirurgica del caso.
Trattamento chirurgico della sindrome di Dupuytren
La terapia chirurgica della sindrome di Dupuytren prevede un’incisione che permette di asportare tutta l’aponeurosi palmare malata. Questo approccio limita le recidive che più spesso si verificano con trattamenti più conservativi e scarsamente risolutivi. Al termine dell’intervento la mano viene bendata e sarà poi medicata il giorno seguente. I punti di sutura sono rimossi 15 giorni dopo l’intervento.
Sindrome del tunnel carpale
La sindrome del tunnel carpale è caratterizzata da un formicolio, prevalentemente notturno, e da deficit della sensibilità e della forza nelle prime tre dita delle mani dovuti alla compressione del nervo mediano al carpo. La diagnosi si basa su un’attenta anamnesi, su un esame clinico e su un esame elettro-miografico.
Per i casi più lievi e iniziali la terapia prevede riposo, farmaci antinfiammatori e infiltrazioni di Ossigeno-Ozono Terapia. Nei casi più gravi, nei quali la terapia non arreca il beneficio sperato, si ricorre alla terapia chirurgica.
Intervento per la sindrome del tunnel carpale
L’intervento per la sindrome del tunnel carpale può essere considerato ambulatoriale e consiste in un’incisione di circa 3 cm sul palmo della mano con la quale il nervo mediano compresso viene quindi liberato. Si pratica in anestesia locale e dura meno di 15 minuti.
Dopo 12 giorni si possono rimuovere i punti di sutura.
Dito a scatto
Il fenomeno del dito a scatto è dovuto a un ostacolo allo scorrimento del tendine flessore di un dito, manifestazione di un processo d’infiammazione cronica con conseguente ispessimento delle pareti del canale nel quale i tendini stessi scorrono durante i movimenti di flessione ed estensione delle dita.
Il “blocco”, spesso doloroso, compare soprattutto alla mattina. Il dito si blocca flesso sul palmo e si sblocca in estensione bruscamente e, a volte, resta in flessione o in estensione per un tempo più o meno lungo. Definita anche “malattia di Notta”, si osserva a tutte le età (anche nei neonati). Più dita possono essere colpite contemporaneamente o in tempi successivi.
Il trattamento con infiltrazioni di ossigeno-ozono permette, occasionalmente, un miglioramento negli stadi iniziali ma può non essere risolutivo: in questo caso si ricorre alla soluzione chirurgica.
Trattamento chirurgico del dito a scatto
L’intervento chirurgico per il trattamento del dito a scatto si esegue in regime ambulatoriale e si svolge in anestesia locale. Una piccola incisione di circa 1 centimetro alla base del dito affetto permette di allargare il “canale” nel quale scorre il tendine. Si tratta in pratica di incidere la puleggia. L’operazione dura circa 10 minuti e lo scatto scompare immediatamente.
Le dita non devono essere immobilizzate e la medicazione non è particolarmente fastidiosa o compressiva, in quanto lascia libertà di movimento. La rieducazione di solito non è necessaria. La ripresa dell’attività è possibile dopo la rimozione dei punti di sutura.
Tenosinovite stenosante di De Quervain
Più frequente nelle donne, la tenosinovite stenosante di De Quervain si manifesta con dolore provocato da certi gesti e movimenti della mano e impedisce lo svolgimento delle comuni attività giornaliere. Si tratta di un’infiammazione della guaina sinoviale del tendine abduttore lungo e del tendine estensore breve del primo dito, che decorrono insieme in un tunnel fibroso posto medialmente al polso.
La malattia determina dolore e difficoltà articolare al polso a causa di un conflitto di questi tendini con le pareti del “tunnel” per una predisposizione anatomica e fattori scatenanti (sovraccarico funzionale), comprese alterazioni ormonali. Infatti è una malattia che colpisce molto più frequentemente giovani donne (20-40 anni).
Il trattamento conservativo può non risolvere la sintomatologia, Antinfiammatori locali e crioterapia possono –a volte- alleviare il dolore. Ottimi risultati sono riscontrati con l’Ossigeno-Ozono Terapia, tecnica che prevede micro iniezioni locali.
Nelle forme croniche o nelle recidive i trattamenti incruenti possono avere un effetto favorevole ma passeggero. In caso di persistenza del disturbo e se il dolore impedisce lo svolgimento dell’attività abituale, è ragionevole optare per l’intervento chirurgico. L’intervento è praticato in anestesia locale e dura circa 10 minuti.
Intervento Tenosinovite stenosante di De Quervain
L’operazione per il trattamento della tenosinovite stenosante di De Quervain consiste in una piccola incisione di 2-3 centimetri per aprire il tunnel nel quale passano i due tendini sofferenti, rimuovere la guaina sinoviale dei due tendini e restituire un canale più largo. I punti vengono rimossi dopo circa 10 giorni. La rieducazione non è necessaria.
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